“Rifiuto sia l’amarezza che la malinconia. Sono una persona fortunata, ho diretto i più grandi teatri del mondo. A un certo punto un ministro ha deciso di mandarmi in pensione. Vado in pensione dalla Scala, va bene, ma la vita va avanti, tra poco annuncerò dove andrò, vado con piacere ad aiutare un’altra istituzione”: lo ha detto il sovraintendente del Teatro alla Scala, Dominique Meyer, a margine della presentazione della stagione 2024/25 a proposito dell’ imminente scadenza del suo incarico. A chi gli chiedeva se lascerà a febbraio 2025, scadenza naturale del suo incarico o invece, come da proroga proposta dal Cda, ad agosto 2025 appena prima di compiere 70 anni che è limite d’età previsto dalla normativa, Meyer ha risposto: “Vedremo, d’altra parte, onestamente, mi hanno fatto aspettare due anni e mezzo per darmi il risultato di queste discussioni, quindi possono aspettare qualche mese che io dia la mia risposta”. “Io faccio il mio lavoro – ha aggiunto – poi a un certo punto partirò gentilmente e con cortesia, come ho sempre fatto. Sono contento che Fortunato Ortombina sia il mio successore: nella vita hai sempre un predecessore e un successore e sono felice che Fortunato sia il mio successore”.
Nel corso della conferenza stampa di questa mattina è stata dunque presentata la stagione 2024/2025 del Teatro alla Scala che ha in programma 14 titoli d’opera e si aprirà il prossimo 7 dicembre con “La forza del destino”, una delle opere maggiori e più complesse di Verdi, che ha inaugurato la stagione una sola volta nel 1965. In cartellone c’è anche Norma, opera che Bellini scrisse per la Scala e che dalla Scala manca dal 1977. “Dobbiamo affrontare questi titoli, non ci si può nascondere sempre – ha detto Meyer commentando questo ritorno .- Non si tratta di coraggio, è nostro compito presentare queste opere, non si può avere paura sempre del ‘fantasma’ di Maria Callas”. Otto sono anche i titoli del balletto mentre la stagione sinfonica propone sette programmi per un totale di 21 serate, cui si aggiungono le dieci della Stagione della Filarmonica, tre Concerti Straordinari, sei Orchestre Ospiti, quattro recital pianistici, sette Recital di canto e i Concerti da camera della domenica mattina nel Ridotto, senza dimenticare le due opere per bambini e ragazzi e il palinsesto di concerti-spettacolo per famiglie e bambini pensato da Mario Acampa.
Durante la conferenza stampa Meyer ha detto di essere “consapevole di lasciare dietro di me una Scala modernizzata, un teatro in ordine e preparato per le sfide del futuro” e ha ricordato poi che sarebbe stato “felice di andare avanti e il Consiglio lo voleva”. In ogni caso “sto molto bene, sono un uomo felice sereno e gioioso”, ha tenuto a precisare, ricordando gli incarichi anche passati, come all’opera di Parigi, a Losanna e a Vienna. “Uno che abbia fatto questo percorso non ha il diritto di lamentarsi”, ha detto. “Qui – ha poi raccontato ripercorrendo la sua esperienza scaligera – ho dovuto spesso mettere i vestiti del sovrintendente e meno quelli del direttore artistico perché era necessario”. “Abbiamo iniziato con il Covid e ci sono state conseguenze fino a poco fa” con “una lunga catena di cambi, sostituzioni, bricolage”. Alla Scala ha detto ancora rivolto a tutti i collaboratori e protagonisti del Teatro “sono stato accolto, la squadra è diventata una famiglia. Vi ho chiesto molto. Abbiamo rinnovato la Scala da capo a piedi. Abbiamo fatto un bel lavoro”
Meyer ha poi elencato alcuni numeri sullo ‘stato di salute’ del Teatro, a partire dall’utile di 8,7 mln segnato nel 2023 e dai 5 mln di accantonamento per il trasloco dei magazzini. “Lascio la Scala con un patrimonio che era di 109 mln nel 2018 e ora è 132,7 mln”, ha poi aggiunto e per quanto riguarda i ricavi, la biglietteria è passata “da 27 mln a 34 mln in un anno”. “Abbiamo venduto più biglietti e il tasso di saturazione della sala è al 94% per la sinfonica all’89% per il ballo e al 90% per la lirica”. Differenza sostanziale rispetto al passato, ha spiegato è che “prima del covid molti biglietti venivano venduti all’ultimo momento a prezzo ridotto e adesso questa modalità non c’è più” perché si è puntato maggiormente sugli abbonamenti, studiando anche nuove tipologie. “Di conseguenza – ha spiegato – l’incasso medio a serata è passato da 194 mila euro a a 236 mila”. In crescita, ha detto Meyer, anche le sponsorizzazioni e il sostegno dei privati. “Qui alla Scala i privati danno più soldi del pubblico, 44 mln lo scorso anno, sono tantissimi”, ha affermato. Il sovrintendente ha ricordato anche alcuni progetti realizzati o in fase di avvio, come la Scala Tv, i nuovi tablet iper seguire gli spettacoli e sedute più comode anche per i palchi. Inoltre ha aggiunto “abbiamo lavorato molto sull’acustica e sulla sostenibilità, per ridurre il consumo energetico”.