Pride, incontro in Comune con la comunità LGBT. Al via il tavolo per un confronto costante

Si è tenuto oggi a Palazzo Marino l’incontro tra il sindaco Giuseppe Sala, gli assessori Lamberto Bertolè (Welfare) e Gaia Romani (Servizi civici), e gli esponenti della comunità LGBT in vista del Pride a cui il primo cittadino, come ha già fatto sapere nei giorni scorsi, non potrà partecipare.

“È stato un incontro con varie realtà con sindaco e assessori – ha spiegato Angela Diomede, referente Lombardia dell’associazione Famiglie Arcobaleno -. Abbiamo definito un cosa molto importante secondo noi, a lato del tema del pride, ossia un tavolo tecnico che ci permetterà di avere un confronto costante su due tematiche principalmente: quella che interessa più famiglie arcobaleno riguarda il riconoscimento dei figli e delle figlie alla nascita. Inoltre, all’interno del tavolo, ci sarà un focus per le persone transgender, per il registro di genere e per continuare ad affrontare questa tematica complessa e portare all’attenzione delle istituzioni le istanze delle persone transgender”.

“Il senso di questo tavolo – ha spiegato l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolè – è anche trovare risposte e soluzioni ai problemi quotidiani della vita delle persone della comunità, tutto questo all’interno di un contesto politico che chiede un’alleanza forte per fare una battaglia politica comune per ristabilire principi di libertà, per tutti e per tutte in questa città”.

“Prima si faceva riferimento al registro di genere su cui ci sono sicuramente diverse questioni che vorremmo affrontare insieme – ha spiegato Gaia Romani, assessore ai Servizi Civici e Generali – “abbiamo avuto quattro impugnazioni da parte della procura delle quattro trascrizioni che abbiamo fatto a seguito della sentenza del 30 dicembre e della circolare ministeriale e quindi sarà importante capire come il Tribunale di Milano si pronuncerà e quindi la nostra posizione sulle trascrizioni finché non ci sono elementi nuovi è questa, a maggior ragione dopo quello che è accaduto a Padova (dove sono stati impugnati dalla Procura 33 atti di nascita), che ci preoccupa”.

“Speriamo che le sentenze ci possano aprire qualche spiraglio in più – ha concluso Romani-. Inizieremo a lavorare per colmare questo vuoto e la comunità ci ha chiesto il tavolo per questo”.