‘Il Quarto stato’ di Giovanni Pelizza da Volpedo torna alla Galleria d’Arte Moderna

Dopo poco più di un decennio di permanenza al Museo del Novecento di piazza Duomo, ‘Il Quarto stato’ di Giovanni Pelizza da Volpedo torna ad arricchire le sale della Gallerie d’Arte Moderna di via Palestro che ne ospitò l’esposizione dal 1980. La decisione è stata annunciata oggi in una conferenza stampa dal sindaco Giuseppe Sala e dall’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi. L’area occupata dalla tela del Pelizza da Volpedo nel Museo del Novecento ospiterà i dipinti della collezione Mattioli. ‘Il Quarto stato’ tornerà al Gam il prossimo 30 giugno, al termine del prestito al comune di Firenze e sarà posto in una sala che permetterà di renderlo visibile al visitatore da oltre sei metri di distanza, consentendo quindi una migliore valorizzazione dell’opera che ha dimensioni di tre metri per cinque. “In qualche modo ‘il Quarto stato’ torna a casa perché era stato portato qua dopo la sottoscrizione lanciata dal sindaco Emilio Caldara”, ha commentato Giuseppe Sala. “La Gam ha fatto un percorso negli anni e un’opera del genere ci sta bene. Ha spazi più adeguati: ‘il Quarto Stato’ si potrà vedere da sei metri e senza un vetro che lo copre, e poi va a inserirsi in un percorso culturale tra fine Ottocento e inizio Novecento: ci sono opere come la Maternità di Gaetano Previati o le Due madri di Giovanni Segantini che costruiscono insieme quel tipo di racconto”, ha aggiunto. “All’inizio degli anni Venti quando venne fatta la sottoscrizione pubblica, si decise che la Gam avrebbe ospitato il Quarto Stato. Per molti anni è stato prima a Palazzo Marino, poi al Museo del Novecento in una posizione che non restituisce questo agio e questa visione di un quadro che è un capolavoro”, ha dichiarato l’assessore Sacchi. “Lo abbiamo visto anche solo esponendolo nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze: lì ci siamo plasticamente resi conto del fatto che quell’opera ha una capacità comunicativa e d’impatto che riguarda tutti. È giusto che possa essere visitato in un luogo a cui hanno lavorato i comparti scientifici dei nostri musei civici e con una coerenza storica e di allestimento”, ha concluso.