Israele, Segre: “Mi pare di aver vissuto invano, tristezza infinita”. La senatrice a un’iniziativa per la liberazione degli ostaggi organizzata alla sinagoga di Milano

Oltre ai passeggini vuoti, anche le immagini dei rapiti in Israele nello striscione affisso davanti alla sinagoga di via Guastalla (Foto Mianews)

“Se sono qui è perché la ritengo una serata importante” ma “non mi sento di parlare di questo argomento perché altrimenti mi sembra di avere vissuto invano”: così la senatrice a vita Liliana Segre arrivando alla sinagoga di via della Guastalla, dove si è tenuto l’incontro, indetto dalla Comunità ebraica di Milano, per commemorare le 1.400 persone uccise da Hamas lo scorso 7 ottobre e richiedere la liberazione degli ostaggi, a un mese dall’attacco terroristico. “Le immagini che stiamo vedendo mi danno una tristezza infinita”, ha poi aggiunto Segre rispondendo a una domanda dei giornalisti.

Davanti alla sinagoga è stata disposta una lunga fila di passeggini con appoggiati volantini con i volti degli ostaggi rapiti di Hamas. I volti e la scritta  ‘Riportateli a casa’ sono stati esposti anche su un lungo striscione posto sul cancello della sinagoga. Alla manifestazione hanno partecipato centinaia di persone. Oltre alla senatrice a vita Liliana Segre, hanno preso parte con testimonianze e interventi anche  Walker Meghnagi, il presidente della comunità ebraica di Milano, Marco Carrai, nuovo Console Onorario di Israele per Toscana, Emilia e Lombardia, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e la presidente del Consiglio Comunale Elena Buscemi, che ha portato i saluti del sindaco Sala, suscitando qualche fischio da parte del pubblico. Presenti anche due giovani israeliani che erano al rave il giorno dell’attacco e che hanno portato la loro testimonianza.

“Questa manifestazione ha due significati fondamentali – ha spiegato il rabbino capo di Milano Alfonso Pedatzur Arbib.- Non dimenticare, lo diciamo sempre quando parliamo di Shoah e non avremmo mai pensato di doverlo ripetere. Purtroppo si sta già cominciando a dimenticare ed è un problema grosso. E poi facciamo tutto il possibile per portare gli ostaggi a casa. Non dimentichiamo neanche per un momento le persone che sono prigioniere”. “È un momento che continua a essere terribile per tutti noi. Non so quando cominceremo a fare i conti con quanto successo. È stato sconvolgente. Non so in che modo questo inciderà sulla nostra vita. Non credo che niente sarà più come prima”, ha poi affermato sottolineando che “c’è un substrato di odio antisemita che continua ad esserci. Dobbiamo prenderne atto per combatterlo, senza farci troppe illusioni”. “Nessuno di noi avrebbe mai creduto che questo arrivasse a giustificare la follia del 7 ottobre – ha concluso -. Ritengo pericoloso che si è convinti che l’odio sia giustificato da ‘una giusta causa’. Perfino i nazisti erano convinti di fare qualcosa per il bene e quando uno è convinto di farlo per il bene non si pone limiti”

“Sono rimasto molto colpito dalle parole della senatrice Segre che ha detto che le sembra di aver vissuto invano. No, insieme dobbiamo dimostrare che lei ha vissuto con grande onore. È stata un grande esempio per tutto noi e dobbiamo combattere al suo fianco” ha spiegato Fontana sottolineando la necessità di “combattere l’ ignoranza folle che porta ancora qualcuno a covare odio e antisemitismo“. Per Fontana, che ha ricordato le parole del rabbino capo di Milano, “è terribile che a pochi giorni” dall’attacco di Hamas “si cerchi di dimenticare. Dobbiamo gridare il diritto di Israele a difendersi e tutelare la propria esistenza”. È stato un “gesto vigliacco e terrorista e credo che sia qualcosa che deve rimanere nelle nostre memorie, per essere ancora più vicini ad Israele e fare valere anche i nostri valori democratici occidentali”

Anche la comunità islamica della moschea di Milano ha portato un messaggio di sostegno alla manifestazione organizzata dalla comunità ebraica. Se ne è fatto portavoce il consigliere Abd Al- Gafhur. “Dobbiamo pregare insieme per l’incondizionata liberazione degli ostaggi israeliani – ha detto in un passaggio del suo intervento -. Chiediamo di coinvolgere i leader religiosi ebrei e musulmani per evitare che dilaghi la cultura dell’odio. È tempo per noi uomini di fede essere presenti l’uno per l’altro, nei momenti difficili, anche se sappiamo che qui tra le nostre comunità tale spirito esiste, c’è bisogno di ampliare questo messaggio perché prevalga la pace”.