Salute mentale, un percorso a tappe per conoscere e affrontare il disagio psichico

Mettersi alla prova, con un percorso esperienziale, per vestire i panni di operatori e utenti dei servizi di salute mentale e sperimentare come si può affrontare una situazione di disagio e trovare una via per uscirne. E’ l’iniziativa tenutasi nel Centro Psicosociale di via Carlo Girola. Il CPS ha aperto le porte ai cittadini per un percorso esperienziale “a tappe” dedicato alla salute mentale allestito negli spazi del giardino del Centro, nel Municipio 9. “Trova la via…oltre la pandemia”, questo il titolo dell’iniziativa, tenutasi il 25 giugno,  promossa da aMIcittà, progetto territoriale che propone un modello innovativo di cura, il cosiddetto “budget di salute di comunità”, per l’inclusione abitativa, lavorativa e sociale di persone con disagio psichico.

Buona la partecipazione a questa “prima edizione”, con l’idea di riproporla a settembre, anche in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale nel prossimo autunno. La proposta ai partecipanti è stata quella di misurarsi in un percorso a tappe, attraversando, desideri, paure ed emozioni, affrontando e superando minacce per provare a capire cosa significa vivere il disagio psichico e aiutare a contrastarlo. Un modo per combattere lo stigma che ancora circonda il tema e imparare a riconoscere ciascuno il proprio disagio, messo a nudo nei mesi del lockdown per l’emergenza Coronavirus.

Rita Soligon, da poco volontaria dell’associazione Contatto, tra i promotori dell’iniziativa, racconta questa singolare esperienza vissuta al CPS di via Girola, “per me del tutto nuova e insolita”. Tanti gli stati d’animo misurati con le ‘prove’ proposte durante il percorso. “L’incubo relativo all’ansia è stato formulato in maniera così veritiera che ho provato disagio”, racconta. Un’altra tappa prevedeva invece l’utilizzo di strumenti e percussioni: “Giocare con gli strumenti è stata la parte più emozionante e  liberatoria per me, malgrado la timidezza iniziale. Ho desiderato non finisse…”; ma momenti che lasciano il segno, racconta ancora, sono stati anche quelli in cui veniva proposto il rilassamento così come una trama-ragnatela che ciascuno doveva superare. Momenti diversi per comporre un’esperienza di vita che “è stata per me importante, inaspettata,interessante, coinvolgente. Nel complesso  mondo della salute mentale prevalgono ancora molti pregiudizi, il tema fa ancora  paura e non si sa come
affrontarlo. Per quanto mi riguarda, però, prevale il mio desiderio di portare aiuto e misurarmi con una nuova esperienza come quella che ho iniziato con Contatto”.

Il progetto aMIcittà è attivo nel Municipio 9 e in parte dei Municipi 2 e 3 e nasce dall’alleanza tra i Servizi territoriali per la Salute Mentale, il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda, e le realtà del privato sociale: Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione (capofila del progetto), Cooperativa Diapason, Associazione Contatto Onlus, Aromi a tutto campo.