Ordine dei Medici di Milano: I vaccini anti influenzali importanti anche contro il Covid, in Lombardia dosi insufficienti per le fasce più a rischio

“Mai come oggi è indispensabile distinguere Covid 19 da influenza”. Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano, nel lanciare la campagna “IO MI VACCINO”, rivolta ai medici e ai loro pazienti, segnala l’utilità di un’ampia copertura vaccinale in epoca Covid 19”.
L’Ordine sottolinea come “più vaccini influenzali” significhino anche “meno morti per Covid 19”. “Recentissimi studi, di diversa fonte, vanno tutti nella stessa direzione: quella di rilevare che i soggetti vaccinati per l’influenza, in caso di contagio da Covid 19 rispondono meglio alle cure e presentano un tasso di mortalità inferiore Nello specifico: in Brasile uno studio di settembre 2020 ha osservato che tra 92.664 soggetti con Covid 19, quelli recentemente vaccinati col trivalente, hanno registrato un calo dell’8 per cento di trattamenti intensivi, un calo del 18 per cento di ventilazioni invasive, un calo del 17 per cento di decessi. In un altro studio americano (giugno 2020) si è osservato che aumentando del 10 per cento il numero di vaccinati, si registrava un calo del tasso di mortalità per Covid 19 del 28 per cento (Claudio Zanettini, et al. ). Una ulteriore ricerca pubblicata dall’International Journal of Infectious Disease (2020) ha verificato che la coinfezione influenza e Covid aggravavail quadro clinico nel suo complesso, soprattutto dal punto di vista cardiaco. Sottoporsi al vaccino anti influenzale riduce il tasso di ospedalizzazione e di gravi complicazioni polmonari ed evita la riduzione della risposta immunitaria al Covid 19”, evidenzia l’Ordine dei Medici. “I dati internazionali evidenziano l’importanza e l’utilità indiscutibile del vaccino in periodo Covid 19”, dice Rossi, “ma in Lombardia alcune criticità pratiche rischiano di compromettere anche gravemente la campagna vaccinale”.
“I vaccini, anziché all’inizio di ottobre, come consigliato dal Ministero della Salute”, aggiunge Rossi, “in Lombardia saranno probabilmente disponibili solo da novembre”.
La Regione Lombardia ha garantito l’acquisto di 2,4 milioni di vaccini, l’80 per cento in più dello scorso anno, ma l’Ordine di Milano teme siano in realtà “dosi non sufficienti a coprire la platea di chi che ne avrebbe diritto gratuitamente. A maggior ragione potrebbero non bastare per tutti gli altri, ovvero i soggetti a cui il Ministero della Salute ha consigliato la somministrazione”. “Ricordiamo a proposito che, nell’attuale campagna vaccinale – afferma ancora Rossi – Regione Lombardia dà la precedenza a over 65, mentre il Ministero ha esteso la platea di chi ne ha diritto gratuitamente agli over 60. In Lombardia, quindi la fascia 60- 64 anni verrà ‘coperta’ in una seconda fase, solo se avanzeranno vaccini. E, ancora, non è chiaro quante dosi saranno disponibili per gli altri (i lombardi dai 7 e 59 anni).
Uno dei punti qualificanti della campagna vaccinale in tempo di Covid 19 – secondo l’Ordine – sarebbe quello di evitare assembramenti negli studi medici situati all’interno di condomini, trovando spazi alternativi, come palestre, scuole, edifici pubblici in cui somministrare i vaccini. “Già ora, ricordiamo che agli studi medici si accede su appuntamento”, dice Rossi, “e i medici di famiglia temono di dover gestire ancora una volta ‘a mani nude’ una nuova emergenza. Servono anche procedure che tutelino il paziente e il Medico di Medicina Generale dai rischi di controindicazione della somministrazione. Per il momento abbiamo letto solo: ‘E’ giusto fare un grande spazio centrale, un tendone in piazza Duomo, che potrebbe essere utile per chi lavora, ma potrebbe essere scomodo per gli utenti, soprattutto anziani e fragili, cui servono luoghi accessibili più vicini casa”.
L’Ordine dei Medici ricorda infine che nel mondo si verificano ogni anno circa un miliardo di casi di influenza, tre/cinque milioni sono casi gravi che possono portare alla morte del paziente (250.000 – 500.000 casi). Il Centro Europeo per il controllo delle Malattie (ECDC) stima in Europa dai 40 ai 50 milioni di casi sintomatici di influenza e 15.000/70.000 decessi. Il 90 per cento dei pazienti con prognosi infausta si verifica in soggetti di età superiore ai 65 anni, specialmente con patologie croniche di base.