Sfuma la candidatura a sindaco di Albertini: “Impegno troppo grande per la mia famiglia”. E l’ex sindaco aggiunge: “Se fossi stato eletto avrei voluto Sala come vice”

L'incontro tra il leader della Lega Matteo Salvini e Gabriele Albertini

Gabriele Albertini non si candida sindaco dopo la richiesta partita da Matteo Salvini. Lo ha reso noto l’ex primo cittadino con una lettera pubblicata dal quotidiano Libero. La sua scelta per motivi familiari:  “A vent’anni la felicità più intensa si prova nella passione dell’amore corrisposto, a 70 nell’essere rimpianto. Ho scoperto la perfetta gioia di quel ‘grazie per quel che hai fatto’, ecco che allora stavo cedendo”. E aggiunge: “Come posso ignorare tutto questo? Come faccio a guardare altrove? Stavo per cedere, per dire sì. Mi aspetta una vita da sequestrato ma lo sopporterò, perdo dei soldi ma posso farne a meno, ma – afferma Albertini – mi sono fermato davanti alla mia famiglia…’bicellulare’ (siamo solo in due a vivere insieme) e a mia moglie non potevo infliggere un disagio per Lei insopportabile per un terzo quinquennio”. . E in un passaggio dice: “Se fossi stato eletto ecco il mio primo atto di sindaco di Milano: chiedere a Beppe Sala di entrare nella Giunta municipale come vicesindaco, magari accompagnato da alcuni assessori suggeriti da lui o dalle forze politiche responsabili che lo sostengono”. Risponde  Sala: “Albertini oggi nella sua lettera dice che mi avrebbe voluto come vicesindaco. Lo ringrazio per le sue parole e per la sua stima. È un gentiluomo e non lo scopriamo certamente oggi. Ora però mi attende una sfida impegnativa: convincerlo a votare per il suo futuro, mancato vice”.