La Casa della Carità inaugura le nuove docce per i senza dimora e apre un nuovo spazio diurno

L'inaugurazione delle nuove docce della Casa della Carità

L’assistenza agli anziani e ai più fragili, alla Casa della Carità, non si è quasi mai fermata durante la pandemia. E se qualche servizio è stato sospeso, ora è tornato in funzione, come il servizio docce che da oggi si presentano completamente rinnovate. Si tratta di un servizio prezioso per le persone senza dimora: prima della pandemia, infatti, erano state 9.674 le docce erogate in un anno e 1.305 le persone accolte. Le nuove docce, con accesso direttamente dall’esterno per tutti coloro che ne avessero bisogno, non solo gli ospiti della struttura in via Brambilla, sono state inaugurate alla presenza del presidente della Casa della Carità, don Virginio Colmegna, del presidente di Fondazione Cariplo, Giovanni Fosti, dell’assessore comunale al Welfare, Lamberto Bertolè e della vicesindaca della Città Metropolitana, Michela Palestra.
Le nuove docce sono state intitolate a don Roberto Malgesini, il sacerdote ucciso a Como nel settembre del 2020 e che alla Casa della Carità ha donato un anno di volontariato. “Questi mesi sono stati molto complessi per le persone senza dimora che accoglievamo, soprattutto nel primo lockdown, quando tutte le docce della città avevano chiuso. Abbiamo però cercato di mantenere la relazione con loro, riaprendo il guardaroba appena è stato possibile e andandoli a cercare con le nostre unità di strada nei luoghi dove dormono, aggiungendo anche un’uscita pomeridiana a quelle serali, ha spiegato Ciro Di Guida, responsabile del servizio Docce e Guardaroba.
I lavori di ristrutturazione della Casa della Carità hanno anche permesso la creazione di un centro diurno polifunzionale da adibire a diverse attività per intrattenere gli ospiti delle docce che potranno ricominciare a partecipare alle attività di “Arredare l’attesa”, come i laboratori artistici, il cineforum e l’analisi di opere d’arte.
I lavori per i nuovi spazi dell’accoglienza diurna – che comprendono le docce, il centro diurno e un nuovo ingresso per servizi quali guardaroba, centro d’ascolto e sportello legale – sono durati cinque mesi e sono costati 306mila euro, finanziati grazie alle donazioni di tanti cittadini. Le nuove docce
ora collocate in una diversa ala della sede di via Brambilla, dove hanno uno spazio più grande e un ingresso dedicato: verrà ripristinato infatti quello che era l’accesso principale dell’edificio scolastico che dal 2004 ospita la Casa della Carità. Questo permetterà di evitare assembramenti e di proteggere la salute di tutti. Inoltre è stata aggiunta una doccia in più, rispetto a quella già presente, per persone con disabilità.
La cerimonia è stato soprattutto un momento per condividere, con i volontari, l’importanza della cura e il valore prezioso di ogni persona senza distinzione alcuna. “Oggi per noi è un giorno importante per tornare ad accogliere gli ultimi della fila, quelli che vengono alle docce, che stanno sulla strada e che necessariamente avevamo dovuto allontanare per il tempo della pandemia”.
Per l’assessore comunale al Welfare, Lamberto Bertolè, “Casa della Carità è un’istituzione cittadina a cui dobbiamo molto per il lavoro e il servizio svolto in questi anni. Ma anche per essere stata capace di cogliere i cambiamenti, i bisogni sociali, risposte e soluzioni prima del tempo. Il luogo di oggi testimonia un’attenzione per la cura, per la bellezza, la qualità dell’accoglienza e la dignità con cui si cerca di rispondere ai bisogni delle persone”. “Credo sia molto sbagliato dire che la Casa della Carità raccoglie solo le fatiche. La Casa della Carità restituisce un valore sociale, un punto di riferimento che diventa quel dialogo importante tra chi attraversa un periodo di difficoltà e chi sta fuori, integrando, costruendo reti e relazioni e mettendo al centro la persona”, ha detto la vicesindaca della Città Metropolitana, Michela Palestra.