Scontro Comune-Regione sui biglietti dei mezzi pubblici. Censi: “Rincari dettati dal Pirellone”, Terzi: “Amministrazioni decidono in autonomia”.

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“La Regione Lombardia, con una legge approvata a luglio, ha obbligato noi e tutti i Comuni e le Province facenti parti dell’Agenzia del trasporto pubblico locale (Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia) ad aumentare i prezzi dei biglietti per l’adeguamento Istat. Mi stupisce molto che chi a livello nazionale continua a promettere di abbassare le tasse, poi a livello locale, dove governa da anni, si comporti esattamente all’opposto, costringendo all’aumento tariffario. Ma questa volta non possiamo consentire loro di tirare il sasso e nascondere la mano”: lo afferma l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi, sui social, tornando sul tema delle modifiche tariffarie per il Tpl, con un aumento tra i 10 e i 30 centesimi  che potrebbe essere applicato in autunno su biglietti singoli e carnet Atm. “Noi e gli altri soci dell’Agenzia del Tpl siamo stati messi di fronte ad una scelta già presa – ribadisce Censi – in sostanza, l’aumento deve scattare obbligatoriamente per rispettare la normativa regionale che impone alle società dei trasporti – compresa Atm – di adeguare i prezzi all’inflazione. A quel punto abbiamo scelto di tutelare chi utilizza quotidianamente i mezzi pubblici, decidendo di non aumentare i prezzi degli abbonamenti e intervenendo esclusivamente sui titoli occasionali”.

All’assessore di Milano replica quello della Regione, Claudia Maria Terzi: “Le Agenzie del Trasporto pubblico locale sono libere di decidere se applicare o meno gli aggiornamenti Istat. Spetta a loro, in ultima analisi, la scelta se porre in essere o meno le rimodulazioni delle tariffe ed eventualmente come accordarsi o compensare le aziende che prestano il servizio”, afferma Terzi in una nota sottolineando che “va sempre ricordato che le Agenzie dipendono principalmente dalle amministrazioni comunali dei capoluoghi di Provincia e per il caso di Milano anche dalla Città metropolitana”. “Nello specifico, proprio il caso di Milano è particolare – conclude l’assessore regionale – i servizi Atm sono tuttora gestiti dal Comune e il ricavato dei biglietti alimenta il bilancio comunale. Il Comune, in quanto ente regolatore, può dunque proporre in autonomia di evitare aumenti dei biglietti facendovi fronte con il proprio bilancio”.