Don Colmegna: “Salute sia al centro, dai candidati poca consapevolezza”

“Il tema centrale per la Lombardia resta quello della sanità, o meglio della salute. Nella nostra regione, infatti, soprattutto in questi anni di pandemia, il sistema ha fatto vedere tutti i suoi limiti e inadeguatezze. Al momento dai principali candidati vedo molte dichiarazioni, ma mi sembra che i problemi reali siano soltanto vagamente abbozzati e non vengano affrontati come la gravità della situazione imporrebbe”.

Così don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità, in un’intervista pubblicata sul sito della Fondazione in vista delle elezioni regionali di febbraio.

“Le priorità sono tante – ha ricordato don Colmegna – l’emergenza casa, la mancanza di lavoro, soprattutto tra i giovani, la scuola su cui si investe sempre troppo poco, la difesa dell’ambiente e aggiungo anche la questione legata alla legalità. Sappiamo infatti che le grandi opere e i fondi del PNRR in arrivo fanno gola alle mafie, ma la salute è il tema di fondo”.

Secondo don Colmegna, occorre integrare l’aspetto sociale con quello sanitario: “Rispetto al tema dell’integrazione socio-sanitaria, tutti i candidati parlano di una riforma della sanità lombarda che metta al centro le Case della comunità, perché l’esperienza del Covid ha fatto capire quanto sia importante riorganizzare il sistema puntando sulla sanità territoriale ma al vedo solo frettolosi tagli di nastro inaugurali”.

Il presidente ha sottolineato l’importanza di incrementare la medicina territoriale con le Case della comunità: “Serve un cambiamento radicale che sia funzionale ai territori, cominciando con la conoscenza delle caratteristiche e necessità dei territori stessi, spesso diversi uno dall’altro, e puntando quindi su una pluralità di interventi”.

Un altro problema da dovrebbe essere affrontato dai candidati è quello della salute mentale. “La situazione è drammatica – ha denunciato don Colmegna – i problemi di salute mentale così come le disabilità psichiche e fisiche gravano sulle famiglie, che vengono lasciate sole da servizi territoriali impoveriti e abbandonati a se stessi. Oppure si tende a scaricare il compito assistenziale sul volontariato”.