Il Comune presenta la sua strategia per l’abitare in città e l’edilizia pubblica. Sala e Maran: “Al lavoro per una nuova società per la casa”

Al via il ‘Forum dell’abitare’, una tre giorni di incontri e dibattiti al Base di Milano per affrontare con istituzioni, sindacati, professionisti il tema delle case, delle vendite e degli affitti in città.

“Noi vogliamo passare da essere gestori di un patrimonio che abbiamo ereditato dalle generazioni passate a creatori di un valore nuovo economico e sociale e quindi il senso del nostro lavoro, di cui chiediamo anche mandato al Consiglio comunale, è di dare vita a una nuova società pubblica che sia dinamica e consenta di creare nuove case pubbliche e far crescere in termini assoluti il patrimonio pubblico, secondo le migliori pratiche internazionali, come Barcellona, Parigi, Vienna, New York”, ha commentato l’assessore alla Casa e Piano Quartieri del Comune, Piefrancesco Maran, aprendo il ‘Forum dell’abitare’.

L’assessore ha presentato il documento “Una nuova strategia per la casa”, oltre 100 pagine, articolato in “dieci domande” sul tema dell’abitare seguite dalle proposte del Comune. Il documento tra i diversi punti tocca anche quello della gestione e di una possibile nuova società per la casa.

“Il Comune di Milano – si legge in proposito nel documento – possiede un patrimonio pubblico comunale ampio, circa 28.000 case, ma solo 22.000 assegnate, dato peraltro più elevato nel tempo. A questo si sommano aree sottoutilizzate su cui avviare processi di rigenerazione, anche aprendo a collaborazioni tra capitali pubblici e privati. Per quanto riguarda il patrimonio comunale l’Amministrazione si pone l’obiettivo decennale di arrivare a 25.000 alloggi di servizi abitativi pubblici e 10.000 in housing sociale, oltre a raggiungere il target carbon neutral nel rispetto della nuova normativa europea sugli edifici, e l’accessibilità universale con il completo superamento delle barriere architettoniche. È una sfida estremamente ambiziosa – si legge ancora nel documento strategico del Comune – che potrebbe avere al centro una nuova società partecipata per la casa con questi obiettivi, agendo con un approccio modulare e strategico. Un percorso potenzialmente apribile ad altre istituzioni e ad altri patrimoni immobiliari, al fine di creare le giuste condizioni per accrescere gli obiettivi di sostenibilità sociale ed economica del sistema abitativo pubblico”.

“L’offerta di casa pubblica – ha detto ancora Maran in apertura del Forum – non deve essere diretta solo alla povertà estrema ma deve generare una mixité che consente di migliorare la qualità della vita dei cittadini delle case popolari attraverso un equilibrio economico del sistema, allegando ai lavoratori che non ce la fanno nel libero mercato ma qui avrebbero dei benefici. Come li manteniamo questi palazzi? O ci inventiamo per le case popolari dei fondi rotativi oppure non si capisce perché il bonus del 110% o del 70% non venga erogato ai comuni e alle regioni per fare questo invece che farlo alle villette di tanti, provato che ne beneficeranno ancora per un po’”.

Secondo Maran, occorrono “una dimensione su scala metropolitana, nuovi modelli di governance e ampliamento dell’offerta esistente per rispondere alla diversità dei bisogni che non è più solo la povertà estrema: la Società Casa va in questa direzione, un ente che collabori con altri soggetti, come Cdp, fondi statali, Regione Lombardia, ma non vincolati a loro, per creare valore sociale ed economico partendo dal fatto che possediamo dei beni, appartamento e aree di sviluppo, che può aiutare questo fenomeno”.

Sul palco è intervenuto anche il sindaco Giuseppe Sala: “Da mesi stiamo lavorando a questa ‘Società della casa’ che deve essere una formula per trarre più risorse perché con le risorse attuali il Comune non riuscirà mai a valorizzare e aumentare il suo patrimonio. Stiamo cercando delle vie di grande discontinuità che faranno discutere: Milano ha il dovere di essere guida per il resto del Paese. E’ evidente che il problema del caro case è un problema che sta esplodendo quasi ovunque, quindi dobbiamo candidarci a essere area test per il Paese per trovare una soluzione a questo tipo di problema”, ribadisce Sala. “Dobbiamo chiamare tutti quelli che vogliono fare politica in maniera seria a confrontarsi con noi”.

Il sindaco è intervenuto sul caro affitti e sulla regolamentazione degli affitti brevi: “Noi non vogliamo metterci contro il piccolo proprietario che ha un singolo appartamento in affitto da 50 metri quadrati, però un po’ di regolamentazione” sugli affitti brevi a uso turistico è necessaria. A Milano servirebbe “un intervento simile a quello fatto a Venezia, dove non si può affittare per più di 120 giorni”. Una regolamentazione “va fatta perché sono in questo momento troppi gli appartamenti che vengono tolti a chi invece a Milano vuol vivere e non solo cinque giorni durante il Salone del Mobile”.

Il sindaco, sulla richiesta del Comune al governo di poter mettere un limite agli affitti turistici in città, ha continuato: “Oggi abbiamo fatto un’analisi e le case che vengo messe in affitto breve sono nella fascia che va tra il centro e la cerchia esterna della città, della linea di bus 90-91. Ma essendo in un territorio concentrato tolgono anche molti affitti. Ora questo è un tema che sentono i sindaci di tante realtà del mondo. Lo sente la sindaca di Parigi e quella di Barcellona. Venezia ha fatto un passo, ha fatto una richiesta in questo senso” ha concluso Sala.

Anche l’assessore Maran sugli affitti brevi ha sottolineato: “Va limitata l’offerta per l’ospitalità turistica. E’ fantastica la crescita di turisti che hanno le città italiane ed europee, però, ci sono prevalentemente gli alberghi, le case, in parte, devono servire a coloro che abitano stabilmente la città. Nella fetta di città tra Area C e circonvallazione esterna, dove si concentrano la maggior parte dei residenti, molte case sono state sottratte all’affitto tradizionale e sono andate ai turisti”. Spesso i proprietari di casa vanno “sull’ospitalità turistica perché sono sicuri che l’affittuario alla fine del periodo se ne va”, invece che rimanere ad libitum, in morosità, per quanto incolpevole”, aggiunge.

“Con oggi – ha continuato Maran – chiediamo al governo che Milano possa fare una normativa specifica per limitare l’offerta turistica nella nostra città”, sul modello di quella di Venezia, dove, pero, sembra che la sperimentazione non sia ancora partita. “Noi convocheremmo immediatamente dei tavoli specifici per capire come fare le regole, tutelando i piccoli proprietari di case. Vogliamo che una parte rilevante di quel patrimonio torni agli studenti e ai lavoratori”, per iniziare un’inversione di tendenza e riportare la casa a soddisfare la necessità abitativa e non un investimento”.